Vecchie fotografie bluastre

Per ottenere delle immagini in grado di rappresentare la realtà attraverso l'unico prezioso ausilio della luce sono stati utilizzati tanti materiali, numerosi supporti e diversi procedimenti.
Probabilmente dipende dall’inconsueto aspetto estetico o dalle “stregonerie” necessarie per realizzare le immagini servendosi di pennelli, soluzioni e bacinelle ma, ancora oggi, l’antica tecnica di stampa cianografica, ogni volta che viene proposta, affascina decine di fotografi.
Accade sempre più spesso che i fotografi, professionisti e non, i circoli, le associazioni e le scuole di Fotografia organizzino con successo delle manifestazioni dimostrative o dei veri e propri workshop durante i quali, dopo aver appreso le notizie storiche e le informazioni teoriche, i partecipanti procedono eseguendo praticamente quelle stampe fotografiche dai toni bluastri o altre suggestive immagini relative ad antiche tecniche fotografiche dal “profumo d’antico”.
La cianotipia è una tecnica di stampa fotografica ad uno strato di natura non argentica ad annerimento diretto (i più bravi direbbero p.o.p.). Il processo è stato scoperto nel 1842 da Sir John Herschel ed utilizza i sali di ferro che, esposti ai raggi ultravioletti della luce solare, conferiscono all’immagine il colore blu di Prussia, vivace, ma poco apprezzato dall'austero gusto ottocentesco.

Oggigiorno, dopo aver realizzato agevolmente un negativo di grande formato (anche stampando una foto digitale su un foglio di acetato trasparente) è sufficiente procedere all’esposizione per contatto e al lavaggio in acqua. Nel corso dei workshop vengono solitamente approntati anche alcuni bagni di viraggio (tè verde o zolfo) e viene eseguita la stampa sul tessuto, alla ricerca di risultati insoliti. Generalmente i buoni risultati, ottenuti rapidamente, incoraggiano e stimolano la creatività dei fotografi coinvolti. Se mai qualche addetto ai lavori l’avesse dimenticato, la conoscenza dei materiali sensibili e delle tecniche storiche serve a rammentarci che la Fotografia è nata ed è cresciuta fino a diventare Arte grazie alla luce solare, ad alcuni prodotti chimici e a qualche bacinella piena d’acqua. Ammirare le immagini ottenute solo per effetto di fenomeni fisici e chimici rende molto orgogliosi i loro autori e costituisce sempre un’impresa appassionante capace di suscitare quell’entusiasmo che, invece, viene comunicato raramente da un moderno file visualizzato sul monitor.

Testo e fotografie di adinapoli (s)
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