Si al fascismo

in psicologia •  7 years ago 

Quando una persona accusa dei sintomi, può recarsi da un medico per una diagnosi e una cura. In alcuni casi paziente e medico discutono dell’eziologia (studio della causa) dei sintomi, cercando di costruire una storia che spiega l’insorgenza della patologia. Che può succedere quando non si discute della causa, come cura viene prescritta una dose di vergogna per aver contratto la patologia e viene intimato di non parlarne con nessuno?



Immagine di dominio pubblico

Chi ha un po’ di sensibilità verso tematiche come HIV, depressione, conosce lo stigma verso queste patologie. Soprattutto nel secondo caso, si trovano consigli comici tristemente comuni.

Se curassimo la depressione come il fascismo

Giovanni, ragazzo di circa 28 anni, aveva un padre con l’abitudine di ubriacarsi un giorno si e l’altro pure. Occasionalmente la sera riceveva pugni da un padre particolarmente irascibile in stato di ubriachezza. Tralasciando i motivi dell’abitudine del padre, lo stato decenni prima aveva modificato la costituzione inserendo il reato apologia della depressione a causa di precedenti storici che avevano causato dispiaceri generazionali.
Giovanni non aveva avuto la carriera scolastica dei suoi compagni di classe, a causa di un ambiente familiare tutt’altro che tranquillo. Questo lo porterà ad abbandonare la scuola e trovarsi ad affrontare il mercato del lavoro senza titoli.
Il giovane adulto non ha potuto continuare gli studi perché non aveva un diploma, non trovava lavoro per assenza di qualifiche. Il lavoro gli permetterebbe di evadere dall’ambiente familiare. Ma non come lo studio, secondo lui. Si trovava in una situazione dove non percepiva vie d’uscita.
In uno di quei pochi giorni in cui era uscito da casa, per comprare delle cose al supermercato, incontra per caso delle persone che gli passano un volantino di nome Azione depressista. Queste gli offrono un indirizzo dove tenevano delle assemblee dove parlavano dei propri disagi.

Giovanni con quelle assemblee non si sentiva più solo. Viene accolto anche da persone che, come lui, ricevono botte dai familiari. Qui hanno discusso come ridurre l’uso di alcol, prevenire l’insorgenza di depressi, etc.
Egli però si ricordava che gruppi del genere risultano legalmente a rischio. Ma non gli importava. Lì finalmente si sentiva a suo agio. Aveva trovato una comunità che lo supportava.

Col tempo i suoi familiari lo hanno denunciato. Ricade in depressione. I suoi amici del gruppo non lo vedevano da un po’ ed erano andati a trovarlo in un momento di assenza dei suoi familiari. Lui si riprende temporaneamente. Ma successivamente viene condannato e incarcerato.
Nel luogo di detenzione ha conosciuto persone nuovamente simili a lui. Vogliono progettare attentati, in modo da far capire alle persone come si sentono le persone depresse.

Approfondimenti

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