Greensteem:accordo di Parigi

in science •  5 years ago 

Il Protocollo di Kyoto, il famoso protocollo di Kyoto è oramai storia passata. Tra chi è riuscito a rispettare gli accordi derivanti dal protocollo entro il 31/12/2012 e chi, come l'Italia, non vi è riuscito quella esperienza è stata archiviata.

L'emergenza climatica è, però, tutt'altro che rientrata.

Ecco perchè le nazioni di tutto il mondo hanno nuovamente sentito l'esigenza di autoregolamentarsi e porsi degli obiettivi che permettessero di salvaguardare la Terra da noi che invece sembriamo voler far di tutto per distruggerla.

Questa volta l'obiettivo è di limitare non più, o non solo le emissioni, ma di impedire che la temperatura sulla terra aumenti di più di 2°. Sarebbe catastrofico che ciò avvenisse.

Il 12 Dicembre 2015 viene siglato a Parigi un accordo che prevederà appunto questo, nel contesto di una serie di trattati atti a controllare e limitare il cambiamento ed il riscaldamento climatico.


Immagine a cura di @pab.ink ed @armandosodano

L'accordo entrerà in vigore a partire dal 2020 ed ogni 5 anni, ogni singolo paese, presenterà evidenze e risultati con la promessa di rivedere al rialzo i propri obiettivi, rendendoli sempre più ambiziosi.

L'Unione Europea ha siglato l'accordo mentre restano ondivaghe le posizioni degli Stati Uniti d'America soprattutto dopo l'ascesa di Donald Trump.

L'accordo di Parigi ha puntato molto sul concetto di trasparenza.

I singoli paesi avranno mano libera, cosi come avveniva nel contesto del protocollo di Kyoto, ma questa volta dovranno dare evidenza ogni 5 anni di quali misure stiano adottando, quali siano le stime e gli elementi concreti a supporto della politica che vorrebbero attuare.

Un modo per restare indipendenti ma remare nello stesso verso che potrebbe portare a risultati ben migliori di quelli visti, o non visti, in passato.

Molto importante anche il supporto che i firmatari hanno voluto manifestare ai paesi in via di sviluppo, sostenendoli sia con misure più lasse e dinamiche e sia con supporti concreti, differenziandoli da paesi occidentali che ad oggi non hanno più nulla da chiedere o scuse da addurre.

A guardare bene nel complesso l'accordo non si può essere soddisfatti o speranzosi.

Ben vengano questi trattati e ben venga una presa di coscienza collettiva ma è sicuramente molto poco efficace approcciare un problema cosi devastante senza prevedere un piano integrato a livello economico e senza prevedere sanzioni di rilievo per chi non rispetterà i patti.

L'essere umano e specialmente chi occupa il potere ha sempre dimostrato di pensare molto più ad interessi temporanei che al bene comune, molto di più a benefici immediati che meravigliosi impatti sul futuro.

Cosa succederà quando fra qualche anno ci accorgeremo che quello che i 195 paesi firmatari stanno facendo non sarà stato abbastanza?

Purtroppo non si potrà più tornare indietro.

Non c'è tempo di peggiorare le cose, non c'è tempo per lasciarle inalterate.

Bisogna migliorarle e se siamo arrivati a questo punto è perchè abbiamo investito tutto su un sistema capitalistico e consumistico che va rivisto e forse addirittura annientato.

Solo passando da una revisione totale del nostro modo di vivere, produrre e pensare si potrà trovare una via d'uscita, prima che sia troppo tardi.



Fonti:


 https://www.consilium.europa.eu/it/policies/climate-change/timeline/ 

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