Ho trascorso nella capitale colombiana due giornate stupende visitando alcuni posti caratteristici. In verità avrei dovuto visitare altre zone come il museo nazionale e il santuario di Monserrat anche per poter ammirare la citttà dall’alto come ho potuto fare a Medellin. A causa della mia breve permaneza a Bogotà ho dovuto limitare la mia visita ad alcune cose particolari.
La mattina del 24 luglio sono partito con alcuni amici dal terminale di Bogotà in direzione di Pacho con moltissime fermate per cui mi sembrava di aver preso un linea urbana. Alla fine abbiamo lasciato questa città per attraversare Zapiquirà per poi iniziare una ripida salita avvertendo molto freddo. In quei momenti ho pensato a voi dell’Italia che in questo momento state vivendo giorni così caldi da non riuscire a respirare per il calore intenso che avvertite sia di giorno che di notte. In quest’ultimo comune abbiamo toccato i 2700 metri di altitudine per poi superare di molto i 3000 metri e alla fine raggiungere i 1600 metri a Pacho dopo aver attraversato strade di campagna non asfaltate andando a passo d’uomo.
Alla fine abbiamo raggiunto questa cittadina che a prima vista mi è sembrata molto simpatica e carina. Data la stanchezza del viaggio abbiamo fatto le provviste per poi prendere un’auto di noleggio per raggiungere la finca del nostro amico Juan.
A questo punto non vi parlo delle strade che abbiamo attraversato in quanto bisognava andare a passo d’uomo a causa delle continue buche per non accennare al fatto che erano molto strette permettendo il passaggio ad una macchina soltanto. Alla fine siamo giunti a destinazione, siamo scesi dal mezzo per poi proseguire su un piccolo sentiero o una stradina di campagna per giungere alla casa di quest’amico.
Qui siamo stati ricevuti benissimo e ci siamo messi subito a pranzare o a consumare l’amuerzo seduti su un sasso.
La casa non è molto moderna e non ha le comodità dei nostri appartamenti eccetto del frigorifero. Non ha nessun riscaldamento dell’acqua ma in cambio si può usare quella del torrente che è ottima per la doccia.
Nel pomeriggio abbiamo visitato una parte della finca osservando alcune piante particolari come quella del caffè ed altre di questa zona.
Girando ho potuto ammirare il paesaggio, la vegetazione e gli allevamenti con molte montagne intorno e case costruite in economia .Importante è la libertà di poter uscire lungo i sentieri e le poche strade esistenti in cui procedere a passo d’uomo. Non ho mai visto da piccolo stradine del genere in campagne quando l’unico mezzo usato era il carro trainato dgli animali. Nonostante la carenza di queste comodità ci si trova in un posto stupendo ed eccezionale soprattutto nell’ascoltare i rumori della natura e osservare la tranquillità di quello che ci circonda.
Il signor Juan ha parlato dell’attività di allevamento di polli e di mucche. In seguito visto che le mucche morivano per carenza di assistenza aveva deciso di effettuare l’allevamento di pollame.
Ha raccolto i risultati positivi dell’allevamento ingrandendosi sempre di più. Alla fine per motivi famiiari aveva dovuto interrompere tale allevamento dedicandosi alla vita bucolica e andando raramente a rifornirsi di generi di prima necessità a Bogotà.
E’ molto contento di questo genere di vita instaurando rapporti amichevoli con le famiglie vicinie.
Nel pomeriggio mentre puliva la canna da zucchero è giunto un certo Duan con il fratellino di 3 anni che ha ottimo rapporti con il nostro amico..
Successivamente è giunta la signora Marta, la madre dei due bambini, che voluto conoscere gli amici di Juan e che si è fermata a parlare con lui. Juan ci ha detto che è una vera campesina che si alza alle cinque di mattina per andare a mungere le vacche e per poi svolgere il lavoro da campesino nei campi.
Nella serata del primo giorno ha acesso nell’aperto il fuoco per poi cuocere le bistecche che aveva comprato per noi. La sera abbiamo cenato con il riso e la bistecca. In Colombia ho notato un eccessivo consumo del riso che si usa a pranzo, a cena e qualcuno usa anche a colazione.
La sera ad una certa ora siamo andati a dormire nelle poche stanze che aveva adattandoci in maniera spartana.
Nei giorni successivi ci siamo alzati al canto degli uccelli, abbiamo visitato le zone vicine per poi aiutare Juan nella cucina. Abbiamo avuto modo di assistere alla mungitura degli animali e a visitare altre case nella zona vicina.
Nel pomeriggio del terzo giorno abbiamo preso l’unico mezzzo esistente per ritornare a Pacho ove pensavamo di fermarci per la notte. Giunti in questa cittadina abbiamo avuto la sorpresa di trovare molti alberghi pieni di clienti dato che erano giorni festivi per cui gran parte della popolazione dei paeesi vicini si era trasferita in questa città riempendo all’inverosimile tutti i locali.
A questo punto ci è toccato di rientrare a Bogotà per troivare un locale per la notte.
Io e qualche amico siamo stati fortunati perchè siamo andati a dormire da un loro parente.
A questo punto avevo pensato di trasferirmi in Brasile ma per alcuni motivi strani ho dovuto per ora rinuncire a questo viaggio per decidere di fermarmi ancora per alcuni giorni in Colombia per assistere alla famosa festa de Las Silleteras o la famosa festa dei fiori.
Da vari giorni ho capito che non devo fare nesssun programma ma seguire i vari avvenimenti. In questro mese ho dovuto modificare di molto i miei movimenti date le circostanze del caso.
nice post....👏👏👏
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thanks!!
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