Cos’è e come funziona la nuova fusione nucleare annunciata dagli Usa e perché rivoluziona tuttosteemCreated with Sketch.

in world •  2 years ago 

Una fonte di energia pulita, illimitata e a zero emissioni è stata da più di mezzo secolo il Santo Graal dei ricercatori. Ora siamo a 24 ore dall’annuncio della svolta. Secondo quanto svelato dal Washington Post gli scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory, in California, hanno completato un ambizioso esperimento in cui potrebbero aver raggiunto una nuova quantità record di energia da fusione nucleare, generandone più di quanta sia stata prodotta.

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Il dipartimento statunitense dell’Energia ha in programma domani, una conferenza stampa dove farà l’attesissimo annuncio, tanto che il quotidiano statunitense, vicino alla Casa Bianca, che ha dato l’anticipazione parla di “una pietra miliare nella decennale e costosa ricerca per sviluppare una tecnologia che fornisca energia illimitata, pulita ed economica”.

Domani la Segretaria all’Energia Usa, Jennifer Granholm, svelerà al mondo “una grande scoperta scientifica” che secondo il Financial Times sarà proprio legata alla prima acquisizione netta di energia in un processo di fusione. Per la prima volta nella storia di questi esperimenti una reazione di fusione avrebbe prodotto più energia di quella usata per innescarla. Alcuni ricercatori interpellati dal Washington Post hanno confermato le anticipazioni ma dietro anonimato.
La scienza della fusione nucleare si basa sulla fusione di due atomi a velocità incredibilmente elevate e sulla trasformazione dell’energia ottenuta da questa reazione in elettricità. In particolare, il National Ignition Facility gestisce un esperimento di “fusione a confinamento inerziale” che vede quasi 200 laser sparati direttamente su una minuscola capsula di idrogeno. Secondo Nathan Garland, un fisico della Griffith University in Australia, i laser creano un plasma attorno alla capsula che alla fine avvia un’implosione, consentendo le reazioni di fusione.
L’energia rilasciata dalla fusione dei due atomi insieme è enorme e, soprattutto, non rilascia carbonio. A differenza della fissione – che divide gli atomi – utilizzata nelle centrali nucleari, la fusione, non crea radioattività o scorie, non ha bisogno di combustibili rari e utilizzabili per costruire ordigni atomici. L’idrogeno viene ricavato dall’acqua. Se in futuro potessimo sfruttare l’energia da fusione, questo sviluppo rivoluzionerebbe il mondo dell’energia, permettendoci di generare energia pulita senza pompare gas serra nell’atmosfera. Finora gli esperimenti avevano frustrato le aspettative degli studiosi, che erano sì riusciti a innescare la fusione, ma impiegando, per ottenerla, molta più energia di quanto poi ne rilasciasse la reazione stessa.
Il processo è quantomai complesso: per raggiungere l’obiettivo sono stati progettati giganteschi reattori (uno, Iter, è in costruzione nel Sud della Francia). Per produrre i potentissimi campi magnetici che confinano e strizzano gli atomi fino a farli fondere uno con l’altro, occorrono temperature vicine allo zero assoluto (-273 gradi), ma a pochi centimetri di distanza la fusione può scaldare il reattore fino a centinaia di milioni di gradi. Come ricreare in una stessa stanza contemporaneamente il luogo più caldo e quello più freddo dell’universo.
Ora però dai Lawrence Livermore National Laboratory potrebbe arrivare la notizia di una vera svolta: la fusione c’è stata e ha prodotto energia extra, anziché consumarla. Un significativo progresso nella ricerca sulla produzione di energia pulita e illimitata quindi. Secondo quanto testimoniano al quotidiano della City di Londra alcune fonti in possesso dei dati preliminari di analisi dell’esperimento, nella struttura del governo statunitense la fusione ha prodotto intorno ai 2.5 megajoules di energia, circa il 120 per cento dei 2.1 megajoules di energia utilizzati.

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