🇮🇹
Parlare male di Cuba da parte di chi ha sfruttato per lustri quell'isola ad uso e consumo personale, ed oggi magari non ha piu' la possibilita' di andarci, pare sia diventato sport nazionale.
Ognuno deve cercare di convivere con le proprie miserie.
Pero' se si e' in possesso di un minimo di onesta' intellettuale non si puo' non riconoscere alcune cose.
Parlo di cibo e alimentazione.
Quando nel dicembre del 2000 misi piede a Cuba per la prima volta, a Las Tunas c'era soltanto un ristorante potabile, la Bodeguida, all'epoca statale oggi (credo) a gestione mista.
Era il solo luogo dove potevi mangiare qualcosa di decente, c'erano poi altri locali dove, praticamente, mancava tutto.
Oggi in citta' ci saranno almeno una ventina di posti dove puoi cenare, alcuni di qualita' gestiti da stranieri, italiani compresi.
Quindi alla sera hai soltanto l'imbarazzo della scelta.
All'epoca poi nelle tiendas trovavi poco o nulla, la cosa si e' protratta fino all'avvento delle Mypimes, praticamente se volevi cucinarti qualcosa di decente in casa ti dovevi portare tutto dall'Italia, quindi c'era chi partiva con praticamente una valigia di generi di prima necessita'.
Oggi trovi praticamente tutto, dalla pasta italiana al sugo, dalle lasagne ai condimenti vari, se proprio vuoi ti porti del parmigiano e davvero poco altro.
Poi c'e' chi anche da quella parte del mondo non riesce a rinunciare alla bella cucina italiana e si porta di tutto ma sono scelte strettamente personali.
Ovviamente parlo di chi trascorre sull'isola periodi che vanno dal mese in su, per periodi piu' brevi il problema non si pone, ci sono ottimi ristoranti ovunque, ristoranti che continuano nella maggior parte dei casi ad essere a buon mercato visto il cambio informale.
Personalmente mi porto soltanto un paio di bustine di parmigiano, a volte dei barattolini di ragu' di carne stando pero' attento a non superare i 100 ml, visto che viaggio soltanto col bagaglio a mano ed il rischio, a Torino o Parigi, di vederteli sequestrati se si eccede nel peso e' concreto.
Comunque i tempi in cui si viaggiava con una valigia di cibo sono definitivamente tramontati.
🇬🇧
FOOD IN THE SUITCASE
Talking badly about Cuba by those who have exploited that island for personal use and consumption for decades, and today perhaps no longer have the possibility of going there, seems to have become a national sport.
Everyone must try to live with their own miseries.
However, if you have a minimum of intellectual honesty you cannot help but recognize some things.
I am talking about food and nutrition.
When I set foot in Cuba for the first time in December 2000, in Las Tunas there was only one drinkable restaurant, the Bodeguida, state-owned at the time but now (I think) under mixed management.
It was the only place where you could eat something decent, there were other places where, practically, everything was missing.
Today in the city there must be at least twenty places where you can have dinner, some of them quality ones managed by foreigners, including Italians.
So in the evening you are spoiled for choice.
At the time you could find little or nothing in the tiendas, this continued until the advent of Mypimes, basically if you wanted to cook something decent at home you had to bring everything from Italy, so there were those who left with practically a suitcase of basic necessities.
Today you can find practically everything, from Italian pasta to sauce, from lasagna to various condiments, if you really want you can bring some parmesan and very little else.
Then there are those who even from that part of the world can't give up the beautiful Italian cuisine and bring everything but these are strictly personal choices.
Obviously I'm talking about those who spend periods of a month or more on the island, for shorter periods the problem doesn't arise, there are excellent restaurants everywhere, restaurants that continue in most cases to be cheap given the informal change.
Personally, I only bring a couple of packets of parmesan, sometimes some jars of meat sauce, but I have to be careful not to exceed 100 ml, since I only travel with hand luggage and the risk, in Turin or Paris, of having them confiscated if you exceed the weight is real.
However, the times when you traveled with a suitcase full of food are definitely over.
A seconda della compagnia aerea e destinazione, capita pure che non sia neppure consentito il trasporto di alimenti quale che la quantità (se non vado errata, è una regola specie dei paesi oceanici). Le pratiche più vergognose, specie sin dal covid, mi pare, hanno obbligato viaggiatori celiaci a gettare nell'immondizia i loro alimenti privi di glutine nel bagaglio a mano. Considerate le schifezze che servono negli aerei (che a momenti non darei nemmeno ai piccioni che parcheggiano quotidianamente nel cortile di casa mia) e i limiti di non poco conto che non permettono di rilevare più di un'allergia per i pasti in aereo (ma un celiaco spesso diventa anche intollerante al lattosio oppure diventa allergico anche al mais e al riso, a botta di ingerirne in quantità industriali), non è certo un grande affare, specie nei viaggi intecontinentali. Altro che tramontati i tempi in cui si viaggiava con una valigia di cibo. Seppelliti e decomposti.
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