Provarci 🇮🇹🇬🇧

"Ripensando alla prima volta a Cuba nel 1997, all' eta' di 26 anni. Tornato a casa in Italia, ho iniziato a pensare: vorrei trasferirmi a Cuba, lavorero' e vivro' a Cuba, devo fare di tutto per andarci a tutti i costi !!. Chiaramente la realta' è, ed era un'altra. Adesso a 52 anni, non penserei mai a una cosa del genere, o almeno sarei più razionale. Poi c'è chi a Cuba, ci vive veramente da alcuni anni. In molti credo, abbiano desiderato mollare tutto e trasferirsi a Cuba, per poi ricredersi e tornare alla realtà."

Questo estratto da un pezzo che ho trovato su fb racconta una storia che molti amanti dell'isola, se non tutti, hanno attraversato.
Molti se non tutti perche', ad esempio al vostro umile scriba di trasferirsi armi e bagagli nella terra piu' bella su cui occhio umano si sia posato (Colombo docet) non ci ha mai pensato neanche per un minuto.

Confesso che ho pensato spesso a passare periodi accettabili sull'isola, ho spesso riflettuto sul come ricavare qualche risorsa economica dalla mia frequentazione.
A volte ci sono riuscito, prima con una casa de renta, poi con un sito per affittare case de renta rimasto in vita fino alla pandemia.
Ora non avrebbe piu' senso visto che si tratta di dividersi briciole.

Non ho mai pensato a trasferirmi per vari motivi.
Intanto perche' ritengo di avere una vita italiana soddisfacente, fra villaggi e palestre ho di che vivere piu' che decorosamente facendo cose che mi divertono.
Poi c'e' una vita sociale che mi piace, gli amici di sempre, tanta gente da
frequentare, tutte cose mai scontate in nessuna parte del mondo.

Quindi da una lato una vita italiana buona, dall'altro la consapevolezza che dopo un mese, un mese e mezzo, forse due, quelle cose cubane che trovo divertenti e folkloristiche se passo sull'isola periodi brevi diventerebbero molto moleste se mi fermassi oltre questa tempistica.
Preferisco andarmene prima di fracassarmi i coglioni con le loro
mille menate, andarmene soddisfatto del mio tempo trascorso da quel lato del bloqueo ma anche contento di rientrare dove c'e' l'altra parte della mia vita, quella volente o nolente piu' importante.

Aprendo un paladar, o qualche altra attivita', dovrei avere a che fare col
fancazzismo cronico di quella gente coi Carnavales dove per una settimana nessuno ti viene a lavorare, con gli ispettori famelici cheti rompono i coglioni su tutto soltanto per avere il loro...tornaconto...no grazie, non e' roba per me.
Detto questo pero' ho la massima stima di chi a Cuba fa impresa e ci mette la faccia oltre che i denari.

Penso a Las Tunas al paladar di Mario, al Bella Vita, fuori Habana al bel locale di Ivan di cui sono stato ospite ad aprile e in cui tornero' sicuramente ora che volero' verso la maggiore delle Antille.
Ma ce ne sono tanti altri, davanti all'hotel Inglaterra all'Avana ad aprile ho
incontrato un italiano che ha una nota casa de renta, so che a Cienfuegos un'altro compatriota sta facendo un ottimo lavoro, leggevo di un bellissimo ristorante avanero in cui prima
o poi andro' a mangiare.
C'e' chi si occupa di viaggi, chi ha messo in piedi un agenzia per risolvere pratiche burocratiche, chi offre servizi turistici ed altre situazioni piu' o meno grandi.

Tutta gente che senza starsela troppo a menare il grande salto lo ha fatto.
Certo occorrono soldi, idee, una situazione che consenta di intestarsi queste attivita' senza ricorrere a mogli, fidanzate, prestanome o altre situazioni pericolosissime.
Magari anche un po' di esperienza nel settore prescelto non guasterebbe.
C'e' gente che ci e' riuscita.

Poi ci sono quelli che ci hanno provato e....non e' andata, del resto
Torino e' piena di vetrine vuote, abbandonate da chi ha dovuto
chiudere l'attivita', in questo tutto il mondo e' paese.
Quindi chi ha un sogno di questo tipo non lo abbandoni.
Sempre meglio avere il rimorso di averci comunque provato che il
rimpianto di non avere avuto i coglioni per farlo.
🇬🇧
"Thinking back to the first time in Cuba in 1997, at the age of 26. Back home in Italy, I started thinking: I would like to move to Cuba, I will work and live in Cuba, I have to do everything to go there at all the costs!!. Clearly the reality is, and was, different. Now at 52 years old, I would never think of such a thing, or at least I would be more rational. Then there are those in Cuba, who have actually lived there for some years. I believe many have wanted to give up everything and move to Cuba, and then change their minds and return to reality."

This excerpt from a piece I found on fb tells a story that many, if not all, island lovers have gone through.
Many if not all because, for example your humble scribe of moving bag and baggage to the most beautiful land on which the human eye has rested (Colombo docet) has never thought about it even for a minute.

I confess that I have often thought about spending acceptable periods on the island, I have often reflected on how to obtain some economic resources from my attendance.
Sometimes I succeeded, first with a rental house, then with a site for renting rented houses that remained alive until the pandemic.
Now it wouldn't make sense anymore since it's about sharing crumbs.

I never thought about moving for various reasons.
Meanwhile, because I believe I have a satisfying Italian life, between villages and gyms I have more than enough to live decently doing things that I enjoy.
Then there is a social life that I like, my old friends, lots of people
frequent, all things never taken for granted anywhere in the world.

So on the one hand a good Italian life, on the other the awareness that after a month, a month and a half, maybe two, those Cuban things that I find fun and folkloristic if I spend short periods on the island would become very annoying if I stayed beyond this timing.
I'd rather leave before smashing my balls with theirs
a thousand beatings, leaving satisfied with my time spent on that side of the blockade but also happy to return to where the other part of my life is, the more important one like it or not.

By opening a paladar, or some other business, I would have to deal with
chronic fanaticism of those people with the Carnavales where for a week no one comes to work for you, with the ravenous inspectors who quietly bust their balls about everything just to get their... profit... no thanks, it's not for me.
Having said this, however, I have the utmost respect for those who do business in Cuba and put their face into it as well as the money.

I think of Las Tunas at Mario's paladar, at Bella Vita, outside Habana at Ivan's beautiful restaurant where I was a guest in April and where I will definitely return now that I fly to the largest of the Antilles.
But there are many others, in front of the Inglaterra hotel in Havana in April I
I met an Italian who has a well-known casa de renta, I know that in Cienfuegos another compatriot is doing an excellent job, I was reading about a beautiful Havana restaurant where before
or then I'll go and eat.
There are those who deal with travel, those who have set up an agency to resolve bureaucratic procedures, those who offer tourist services and other more or less large situations.

All people who, without sitting around too long, made the big leap.
Of course you need money, ideas, a situation that allows these activities to be registered in your name without resorting to wives, girlfriends, front men or other very dangerous situations.
Maybe even a little experience in the chosen sector wouldn't hurt.
There are people who have succeeded.

Then there are those who tried and...it didn't work, after all
Turin is full of empty shop windows, abandoned by those who had to
close the business, in this the whole world is the same.
So whoever has a dream of this type should not abandon it.
It's always better to have the remorse of having tried anyway than the
I regret not having had the balls to do it.