Quando finiranno i soldi 🇮🇹🇬🇧

in hive-184714 •  6 months ago 

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🇮🇹
Prima che partissi, una mia conoscente, cassiera di un supermercato a Giaveno, mi raccontava di aver acquistato una nuova autovettura, dando indietro la sua Fiat 500.
La nuova auto e' una Bmw di quelle che hanno discreti costi.
Chi vi scrive non ha certo il pallino delle auto, quando ti portano dal punto A al punto B hanno fatto la loro parte, quindi io quei soldi in automobili non li spenderei mai.
Ma forse sono fatto male io.

Ha dato indietro la 500 ed il papa' ci ha messo la decisamente sostanziosa differenza per poter acquistare l'auto.
Lei con lo stipendio del supermercato si sarebbe, credo, impelagata con rate fino alla pensione, ha 25 anni.
Non conosco il padre, credo sia un over 50 magari vicino ai 60, da queste parti non c'era la moda di fare figli da giovani.
Insomma se non un mio coscritto, quasi.

Tutto bello, tutto legittimo, un aiuto ai figli credo lo si possa dare volentieri, ma se non ci fosse stato il papi?
Il succo del discorso e' che che questo paese continua a stare in piedi grazie a quello che la mia generazione, forse quella dopo, sono riusciti a mettere da parte in anni di duro lavoro.
Quando quei soldi finiranno, presto finiranno andatene certi, allora ci sara' da ridere.

I 30/40 enni oggi difficilmente, molto difficilmente riescono a mettere via qualcosa.
Mentre un tempo erano figli e poi nipoti ad aiutare i nonni oggi sono gli ottuagenari a dare una mano alla progenia.
Un tempo se chiedevi un finanziamento avendo come reddito la pensione le banche ti ridevano dietro oggi invece e' considerata una priorita' o quasi, sono soldi che c'erano ieri, ci sono oggi e ci
saranno domani.

Sempre piu' vedo i miei amici, miei coetanei, che danno una mano ai figli che oramai sono piu' vicini ai 30 anni che ai 20.
C'e' chi li sistema in un alloggio, chi li prende con se a lavorare, chi paga loro assicurazione e bollo dell'auto se non l'affitto di casa.
Ripeto, quando finiranno i nostri risparmi allora si che si ridera'.
🇬🇧
Before I left, an acquaintance of mine, a cashier in a supermarket in Giaveno, told me that she had purchased a new car, giving her Fiat 500 back.
The new car is a BMW of those that have reasonable costs.
The person writing to you is certainly not obsessed with cars, when they take you from point A to point B they have done their part, so I would never spend that money on cars.
But maybe I'm hurt.

She gave the 500 back and the dad paid the decidedly substantial difference to be able to buy the car.
With her supermarket salary, I think, she would have been stuck with installments until she retired, she is 25 years old.
I don't know the father, I think he's over 50 maybe close to 60, in these parts there wasn't the fashion for having children when young.
In short, if not one of my conscripts, almost.

Everything is beautiful, everything is legitimate, I think we can willingly give help to our children, but what if the Pope hadn't been there?
The gist of the speech is that this country continues to stand thanks to what my generation, perhaps the next one, have managed to put aside in years of hard work.
When that money runs out, it will run out soon, go away, then it will be funny.

Today's 30/40 year olds are unlikely to be able to put anything away.
While once upon a time it was children and then grandchildren who helped their grandparents, today it is octogenarians who lend a hand to their offspring.
Once upon a time, if you asked for a loan with a pension as your income, the banks would laugh at you, but today it is considered a priority or almost, it is money that was there yesterday, is there today and is there
they will be tomorrow.

More and more I see my friends, my peers, lending a hand to their children who are now closer to 30 than 20.
There are those who put them in accommodation, those who take them to work, those who pay their insurance and car tax if not the house rent.
I repeat, when our savings run out then we will laugh.

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Un enorme peccato che post come questo tuo, specie nell'innominabile cugino, non riscuotano l'attenzione dovuta. Nell'innominabile cugino vedo ricompense non dico corpose, ma comunque di qualche rilievo, che post che più frivoli non si può e magari dire frivoli significa pure restare più corti delle maniche di un gilè, tirano su. Siccome non sei il solo a tirar fuori l'argomento pensione e finanziario in generale, ma abbiamo un amico friulano che lo fa e abbiamo pure un caro amico marchigiano che lo fa, ma questi vostri post di là paiono trasparenti. Come se gli argomenti finanziari e pensionistici non li sfiorassero per nulla. Come se i cugini restassero eternamente giovani, beati loro se ce la fanno. Ma vabbè.

Lei con lo stipendio del supermercato si sarebbe, credo, impelagata con rate fino alla pensione, ha 25 anni.

Mmm...mmm...mmm...ma secondo te, per come la butta con la previdenza nei paesi OCSE, ce la fa questa qui ad arrivare viva a quella che allora come allora sarà l'età pensionabile? Se ha 25 anni quest'anno...porella.... La mia migliore amica nel Monferrato mi ha detto che avete ancora il grilletto dell'età minima puntato alla tempia, vale a dire l'età pensionabile che s'innalza di 3 mesi ogni 6 (presto lo avremo pure in Mercosur, specie i due giganti ai quali sta spiccicando l'anima per entrare nell'OCSE per amore o per forza). Altro che pensione. Si dice che i millennials e la generazione Z non la vedranno mai, la pensione pubblica.

I 30/40 enni oggi difficilmente, molto difficilmente riescono a mettere via qualcosa.

Puxa vida... con l'inflazione che galoppa a mille e gli stipendi rimasti fermi a oltre 20 anni fa, fosse la matematica un'opinione! Piglia un cuoco a 1000 euro al mese costretto a pagare un affitto di 600 per un bilocale di mala morte in periferia (vale a dire i prezzi che vedo nei soliti Idealista, casa.it&company), aggiungici le spese condominiali (mi auguro senza ascensore sanguisuga nè condominio energivoro), le bollette, le tasse e magari aggiungiamoci pure consorte e pargoli a carico (pargoli in età scolare, specie se minorenni). Questi sono costretti a mangiare alla Caritas e alla Croce Rossa, perchè dopo aver pagato l'affitto (ammesso che ci riescano, ammesso che la consorte non riesca a trovare neppure in nero, vale a dire ordinaria amministrazione nell'astigiano e alessandrino), il condominio, le bollette e le tasse, non resta nemmeno un centesimo per mangiare. E augurandosi che malattia non colga, altrimenti questi qui non si possono permettere di curarsi. Ci credo eccome, che qui sono i nonni ottantenni a intervenire. Dove non è presente una famiglia di origine perchè tutti gli ascendenti sono defunti, magari persi presto com'è accaduto a me, vale ricordare che non si può battere cassa per alcun dove.

Non conosco il padre, credo sia un over 50 magari vicino ai 60, da queste parti non c'era la moda di fare figli da giovani.

E per forza: fare i figli da giovani = fare la fame e se non altro, almeno qui gli italiani ci arrivano.

Mentre un tempo erano figli e poi nipoti ad aiutare i nonni oggi sono gli ottuagenari a dare una mano alla progenia.

Purtroppo nemmeno un tempo si brillava. Nel sud del mondo funziona ancora così, ma c'è da dire che i bambini ai tempi di mia nonna portavano avanti una vita miserabile proprio a causa delle famiglie numerose. Per poter mantenere le generazioni precedenti (nei quali s'includevano anche gli zii e i prozii vedovi senza figli oppure single non più in grado di lavorare, dato che lo schema Ponzi previdenziario era inesistente, i genitori non pagavano la scuola ai figli, che infatti restavano analfabeti e già da adolescenti erano relegati alle mansioni lavorative più ingrate e pericolose, dove lo sfruttamento a livelli di schiavitù egizia era all'ordine del giorno, perchè ovvio, da analfabeti non possedevano la benchè minima qualifica per procacciarsi una vita migliore di quella del bracciante agricolo, del manovale, del lavoro clandestino nelle fabbriche. E già, perchè in Italia anche allora come allora (ma nemmeno oggi, dato che a tutt'ora è pure indietro a paesi del quarto mondo come il Messico e la Corea del nord, in fatto di durata dell'istruzione obbligatoria) si pagava profumatamente anche la scuola pubblica sin dalla prima elementare. Mia madre me ne raccontava di cotte e di crude, quand'era in vita. Un foglio di carta o peggio, un quaderno, ai tempi di Mussolini costava una fucilata.

Quando quei soldi finiranno, presto finiranno andatene certi, allora ci sara' da ridere.

Non oso immaginare. Si riderà fino alle lacrime per non piangere, quando le distopie che pubblico sotto forma di scrittura creativa diventeranno amaramente reali. Mi aspetto pure di veder saltare fuori i protagonisti (ma pure i personaggi secondari) dei miei e-book🤣🤣🤣🤣
Ai bei tempi, per la verità, anche mio padre mi aveva comprato l'auto (no, niente BMW, però, era una Lancia Musa). Ma ero poliziotta, allora, lavoravo in un comando a oltre due ore di distanza con i mezzi pubblici, sui quali peraltro non potevo fare affidamento perchè era un periodo che gli scioperi dei trasporti si moltiplicavano a iosa e non potevo chiedere perennemente passaggi in auto all'anziano collega che viveva dalle mie parti (metti che non fosse anche lui di turno quel giorno). Al comando stesso mi avevano caldamente consigliato di comprare l'auto, non potendo usare quella di mio padre per spostarmi fuori città (un macinino di vecchia FIAT Panda antidiluviana, modello mi pare anni novanta, di quelle il cui motore si spegneva a tradimento e pensa se mi faceva il bello scherzetto in autostrada mentre mi recavo in comando, che risate allora🤣). Figurati che con due treni e un autobus, quando non scioperavano, dovevo svegliarmi alle quattro e mezzo del mattino per essere in comando prima delle sette e con un lavoro del genere i ritardi non sono tollerati.

Tutto vero.
Vedrai fra pochi anni quando finiranno i denari di quelli della mia generazione cosa succederà.

Mi fa paura, cosa succederà. Il collasso sociale, lo immagino. E a chi con fatica come formichine è riuscito come te a procacciarsi una vecchiaia non dico da potersi permettere larghezze, ma discreta, pur senza poter spendere in nulla di superfluo, toccherà una vita miserabile per il dover condividere la magra pensione con chi in gioventù ha scialacquato. Perchè, obiettivamente, in quanti avranno il coraggio di voltare le spalle a una moltitudine ridotta letteralmente alla fame? Mi fa paura e preferirei di gran lunga non vedere assolutamente un futuro del genere. Mi auguro di trovarmi per allora in una zona geografica bene alla larga da queste grivie e paturnie (che non mancano nemmeno in Mercosur).

Infatti
Io mi sono ritagliato il mio angioletto italo-cubano che spero regga a lungo.

A Cuba dunque non ne avvengono, di queste cose amene? Mi sapresti dire se nella regione Friuli, specie zona di frontiera (fosse con Austria, fosse con Slovenia o Croazia) la butta meglio che nel resto del nord? A parte il Trentino, che conosco bene e so che si salva.

  ·  6 months ago (edited)

Anche io conosco situazioni come quelle da te descritte. Mi soffermo su un aspetto in particolare: la decisione di offrire un lavoro o un aiuto economico ai propri figli è complessa e richiede una valutazione caso per caso. È fondamentale che i ragazzi valutino attentamente i pro e i contro di questa scelta. In generale, è indispensabile una comunicazione chiara e un accordo tra genitori e figli per evitare conflitti e incomprensioni, che, come ben sappiamo, sono inevitabili nel corso della vita.
L'aiuto economico da parte dei genitori è sicuramente positivo e può essere un valido sostegno per affrontare le spese quotidiane come l'affitto, il cibo e il trasporto, soprattutto per i giovani che ancora non hanno trovato un lavoro stabile. Lavorare nell'attività di famiglia può dare ai figli l'opportunità di acquisire esperienza e sviluppare nuove competenze: un vantaggio prezioso per il loro futuro lavorativo.
Ma, esistono anche degli svantaggi da considerare. Lavorare insieme a un genitore o a un parente può essere un modo per trascorrere più tempo in famiglia e rafforzare i legami, ma non è sempre così. Offrire un lavoro ai figli potrebbe ritardare il loro processo di indipendenza, rendendoli meno motivati a trovare un lavoro esterno. Inoltre, quando il denaro entra in gioco, lavorare in famiglia può portare a conflitti, soprattutto se non c'è una netta divisione tra vita privata e lavorativa.
Insomma, a meno che non si gestisca un vero e proprio impero economico familiare e la vita sia stata improntata fin dall'infanzia a dirigere l'azienda, un laureato non dovrebbe ridursi a fare il macellaio nel negozio del padre solo perché non trova un altro lavoro. Magari sarà anche il miglior venditore di salsicce, ma probabilmente non era quello il suo sogno.

Tutto vero ma io non parlavo soltanto di lavorare COL genitore ma anche GRAZIE al genitore.
Fino a qualche lustro fa in Fiat quando uno andava in pensione, se voleva, poteva chiedere all'azienda di assumere il figlio, spesso con successo.
Per esempio...

  ·  6 months ago 

Anche in "Ferrovia", se ricordi era così...

Certo
Citavo la Fiat perché essendo torinese è una realtà che conosco.