La Bestia dagli Occhi di Ghiaccio - Romanzo | CAPITOLO 8 [ITALIAN Language]

in hive-184714 •  last year 

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Ciao!

Come spiegato in un precedente post, quello che trovi di seguito è un romanzo che scrissi alcuni anni fa e che ho deciso di revisionare negli ultimi mesi. Il titolo dell'opera è: La bestia dagli occhi di ghiaccio. La versione completa è disponibile su alcune piattaforme online in formato e-book o in cartaceo. Si tratta di un thriller ambientato in Italia, tra le pendici delle Alpi Apuane, che tocca altri generi come l'horror e il fantasy. Ci sono alcuni temi abbastanza forti, per cui consiglio la lettura a un pubblico di età adulta (over 18).

Cliccando sulla corrispondente parola in colore azzurro, puoi trovare:

il PROLOGO | il CAPITOLO 1 | il CAPITOLO 2 e il CAPITOLO 3
il CAPITOLO 4 e il CAPITOLO 5 | il CAPITOLO 6 e il CAPITOLO 7

oppure puoi proseguire nella lettura del post per trovare il CAPITOLO 8.

Buona lettura!


Copyright © 2013 Davide Simoncini
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LA BESTIA DAGLI OCCHI DI GHIACCIO

Romanzo

Proprietà letteraria riservata. È vietata la modifica, l'utilizzo e la riproduzione, in qualsiasi formato, su qualsivoglia mezzo digitale, cartaceo o di qualunque altra natura, senza il permesso esplicito dell'autore, a eccezione della personale consultazione.

Edizione Modificata e pubblicata nuovamente nel mese di Maggio 2023.

Questo romanzo è un'opera di finzione.

Il contenuto di questo romanzo è quasi interamente fittizio. Ogni riferimento (persone, luoghi, oggetti, avvenimenti, usanze, eccetera) è fittizio o casuale. Per ulteriori informazioni sarà possibile consultare la nota d'autore che verrà pubblicata dopo l'epilogo del romanzo.


CAPITOLO 8

Oggi, Fociomboli

Un altro giorno se n'era andato. Tutto grazie a questo maledetto tempo, pensò.
Andrea si girò di lato, estraendo le gambe dalla coperta. Non ne poteva più di rimanere fermo lì dentro. La frustrazione dall'essere obbligato dentro un giaciglio lo stava rendendo nervoso. Sentiva la nausea farsi strada attraverso le viscere. Non riusciva a riprendere sonno, così era rimasto immobile nella speranza che qualcosa intorno a lui prendesse vita.
Continuava a tergiversare, invano.
Spronato da un'improvvisa risolutezza, mise i piedi a terra. Si alzò stiracchiandosi e i suoi occhi corsero verso le finestre chiuse. Un mosaico di goccioline d'acqua tappezzava l'esterno del vetro, perdendosi in un alone giallo brunastro che ne delimitava i contorni.
Fece due passi, dirigendosi verso il blocco di cenere ormai spenta. Quella catapecchia non poteva offrirgli molte comodità, ad eccezione di un riparo e di un vecchio camino dal fondo di terracotta. Bastava e avanzava. Non bello a vedersi, ma efficace, con le pareti di mattoni fuligginosi che in alto lasciavano spazio alle mura scrostate.
La brace aveva consumato i ciocchi di faggio secco, restituendo soltanto bigia carbonella. Nel cesto di vimini intrecciati maldestramente rimanevano appena una manciata di ramoscelli, utili per accendere il fuoco ma molto meno per mantenerlo.
Dovevano fare provviste.
Due grossi inconvenienti lo facevano desistere. Da una parte, sarebbe dovuto uscire sotto un probabile acquazzone, dall'altra la legna fradicia avrebbe lottato con i denti prima di lasciarsi mangiare dalle fiamme.
Gli scrosci d'acqua...
Acqua?
Si accorse solo in quel momento che i suoni della tormenta stavano affievolendosi. Incredulo, si avvicinò alla finestra e tese l'orecchio. Un briciolo di soddisfazione tornò ad animarlo dentro.
Quasi non ci credeva.
Silenzio. Inaspettato e gradito silenzio.
La tempesta era cessata.
Andrea sorrise. Si diresse verso l'uscita, tendendo la mano per aprire la porta di legno. Il solito lieve cigolio anticipò il nuovo paesaggio. Le nuvole alte erano meno dense e sembrava che da un momento all'altro potesse comparire uno spicchio di sole. A livello del terreno, basse nuvole cenerine si insinuavano tra i faggi.
Andrea non era nuovo della montagna, conosceva i suoi magici rituali. Scorgere il sole dopo una tempesta era come trovare l'amore vero dopo la fine di una brutta storia. Ti appagava, ti alleggeriva. Riuscivi a ritrovare quell'ottimismo che serviva per affrontare una realtà - a detta di un pessimista come lui - indistintamente severa.
Afferrò l'impermeabile di Jack dall'attaccapanni. Non gli avrebbe certo dato fastidio. Avevano passato così tanto tempo assieme da giovani da potersi considerare l'un l'altro come fratelli. Negli ultimi anni non si erano più visti un granché, ma ciò non aveva scalfito la tenacia del legame stretto in passato.
Non era nelle loro previsioni finire lì, quel fine settimana. Andrea si trovava con Roberto e Sandra, quando avevano rivisto il loro vecchio compare. Lo avevano incontrato a Seravezza, il comune che faceva da sponda al Fiume Vezza e dal quale loro dovevano partire per una scampagnata verso il Rifugio Forte dei Marmi. Diversamente da Jack e Daniele, loro tre non si erano mai persi di vista. La sfacciataggine di Roberto era stata la scintilla che aveva fatto cambiare i loro piani: non appena Jack e Daniele avevano confessato di voler passare un weekend tra Fociomboli e Col di Favilla, non c'era stato verso di fargli cambiare idea: li avevano seguiti, forse nel tentativo di esumare il ricordo di tempi ormai remoti.
Uscì sul terreno fangoso. L'erba calpestata dalla pioggia era sdraiata a terra, inerte. Fece attenzione a dove mettere i piedi, anche se dubitava di potersi difendere dal pantano. Cercò con lo sguardo dei pezzi di legna e li scorse poco più in là. Avvicinandosi, si accorse della troppo limitata stazza.
Gli serviva qualcosa di più grande.
L'unica soluzione era entrare nel bosco, così si incamminò verso il varco più vicino. Mise il piede su un poggetto, tra i ramuscoli insudiciati e il muschio spugnoso. Fece perno sulla gamba per sollevare l'altra e issarsi su dei pianerottoli meno ripidi. In alcuni punti lo sembravano veramente troppo, ma molte zone prendevano il percorso alla larga, permettendogli di salire in tranquillità.
Zigzagò tra gli alberi, osservando sopra la propria testa. Il vento svolgeva il suo consueto lavoro, un bravo spazzino che con puntualità scopava via le nubi dal cielo.
Anche Andrea avrebbe dovuto spazzare via i ricordi, dei ricordi che gli bruciavano ancora. Avrebbe dovuto zittire Roberto, guardare in faccia Jack e Daniele e dire “Contento di avervi rivisto, tanti saluti”.
Per l'ennesima volta, con il suo silenzio, Andrea aveva replicato con un tacito presente.
A volte si era domandato che cosa avesse in comune con quei tipi. In fondo erano a malapena istruiti. La maggior parte di loro non aveva finito le scuole superiori, mentre Andrea era andato all'università. Aveva studiato, si era fatto in quattro per terminare il prima possibile. Venticinque anni prima aveva conseguito la laurea. Ora, a quarantotto anni, la sua vita sarebbe dovuta essere semplice, facile come bere un bicchiere d'acqua. Avrebbe voluto alzarsi la mattina con la mente svuotata dai pensieri, con la certezza che dietro di lui non ci fosse niente di cui pentirsi.
Non era così.
Una scelta del passato lo tormentava. Ogni volta che si guardava allo specchio, pensava a quanto quella scelta fosse stata devastante, un monito che tornava a fargli visita ogni volta che intravedeva una madre. Non aveva visto niente di ciò che era accaduto un tempo, ma glielo avevano raccontato. Li aveva costretti a farlo. Questo lo aveva sconvolto, tanto che la vista di una donna lo faceva rabbrividire: forse per questo motivo non aveva mai avuto una storia seria, costretto da un trauma che non riusciva a dimenticare.
O che non voleva dimenticare.
Spostò una fronda di rami davanti a sé. Gocce d'acqua caddero sui vestiti. Sentì le maniche bagnarsi, poi la pelle fare altrettanto. A due passi, quattro o cinque ciocchi di legna più asciutti degli altri attendevano la loro triste sorte.
Mentre piegava le ginocchia, un fruscio gli emerse alle spalle. Sentì un getto d'aria sfiorargli la schiena.
Il suo cuore diede una spinta tremenda, pompando sangue come non faceva da parecchie ore.
Si voltò di scatto.
Dietro di lui, nulla.
Alberi, arbusti e foglie fradice. A duecento metri circa, la casa ancora sommersa dalle basse nubi. I suoi occhi faticarono un po' per metterne a fuoco i contorni. Tutto era reso più difficile dalla nebbiolina che l'avvolgeva.
Si chinò sul terreno per prendere i pezzi di legna. Se li accatastò sulle braccia, tenendo saldamente la presa. Li avrebbe riportati nella casa, posati nel cesto, tornando fuori per completare l'opera. Il fuoco appena acceso lo avrebbe scaldato, mentre i suoi rimpianti avrebbero raffreddato ciò che il suo corpo non riusciva a esprimere.
Avrebbe fatto tutto questo. Diavolo, se lo avrebbe fatto.
Se non fosse accaduto.
Un secondo fruscio catturò la sua attenzione. Tratto in inganno dal precedente, questa volta non gli diede peso, neanche quando lo sentì ripetersi due volte consecutivamente: doveva stare attento a non far cadere la legna.
Quello fu il suo unico sbaglio, prima della fine.
Quando si voltò, il paesaggio di fronte a lui era svanito.
Adesso, soltanto buio.

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The title of the work will make people more curious for this. "The Beast with Ice Eyes"- this sounds really different and it worth reading all chapters. Thanks for sharing it with us!

To you for stopping. At the moment, I am not able to create a good-made English translation, I'm sorry for that :(

You can use Google translator, its free to use.

I know, and I tried for a part of the novel. But I think it isn't a good way for a novel. It is good for an academic way of writing, but I found too many wrong translations with a more creative storytelling method. Maybe you can understand the general plot, but the text itself becomes more difficult to read.

  ·  last year (edited)

Yes that's right, Google translator is often translate meaningless and it can be reason of confusion. I can understand!

Thank you, friend!
I'm @steem.history, who is steem witness.
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Awesome ... I can't read Italian, but I love Italy ... I lived in Rome for 1/2 a year back in 1990's ... Had a small place on the Janiculum and went to School in Trestavere ... Studied Architecture there.

My ancestors are from Dipignano in Calabria ...

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I hope yours has been a good experience.

Yeah … I love Rome … I have never travelled to Calabria though … we only went as far South as Pompeii…

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