Il nuovo mondo di Davos: dalla transizione ecologica al controllo sociale?

in hive-184714 •  3 years ago 

Nel suo recente libro Stakeholder Capitalism: A Global Economy that Works for Progress, People and Planet, il professor Klaus Schwab afferma che il modello sociale, economico e politico attuale è giunto al capolinea. Secondo il leader del Wef, le prime avvisaglie di tale crisi erano già evidenti negli anni 1970, a partire dal Rapporto Meadows del 1972, commissionato dal “Club di Roma” di Aurelio Peccei, che individuava i “limiti dello sviluppo” nella crescita “eccessiva” della popolazione rispetto alle risorse disponibili. I documenti e i programmi dell’ultimo mezzo secolo, concretizzatisi nelle varie Conferenze dell’Onu incentrate sul cosiddetto “sviluppo sostenibile” – dal Rapporto Brundtland della “Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo” (Wced) del 1987 (in cui venne introdotta la nozione di “sostenibilità”) fino ad arrivare “all’Accordo di Parigi” sul clima nel 2015 con l’approvazione “dell’Agenda Onu 2030”, nella quale sono definiti “17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile” – hanno portato avanti una visione neo-malthusiana, in cui il focus iniziale sull’inadeguatezza delle risorse a sostenere il modello di crescita economica si è progressivamente spostato sui presunti effetti negativi dell’uomo sull’ambiente.

Il nuovo mondo di Davos: dalla transizione ecologica al controllo sociale?

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Penso che l'economia mondiale sia ai suoi limiti, i telegiornali parlano di inflazione è la parola più citata in questi giorni, amico, la vita si trasforma in caos, ma stiamo vivendo e dobbiamo continuare