Caro Ibra, stavolta ti è andata male...

_{Fonte: soccer.ru, Autore: Светлана Бекетова [CC BY-SA 3.0]}

Che Zlatan non fosse tornato al Milan per svernare lo si era capito da subito.

Fin dalle prime apparizioni lo scorso anno, il fuoriclasse svedese aveva dimostrato di poter essere ancora incredibilmente decisivo anche a 38 anni suonati.

Non solo dal punto di vista tecnico, per le sue superlative doti e per la capacità di segnare ancora tanti gol, quanto per l'approccio psicologico e per la mentalità vincente che ha saputo trasmettere ai suoi compagni di squadra e a tutto l'ambiente Milan.

E così, da quando stavamo per assistere all'ennesimo cambio di allenatore, all'ennesima rivoluzione dirigenziale del Milan degli ultimi anni, siamo passati a vedere davanti ai nostri occhi una squadra quasi imbattibile, che difficilmente si arrende e il cui allenatore Stefano Pioli è stato confermato, anche un po' a sorpresa dalla società rossonera.

E' chiaro che un solo giocatore non possa cambiare le sorti di una squadra da solo, ma ci sono campioni, e soprattutto uomini, dalla personalità così forte da riuscire a portare all'interno dello spogliatoio concentrazione, fame di vittoria e impegno.

Ibra lo conosciamo bene, sia il giocatore che il personaggio non hanno bisogno di presentazioni.

E sappiamo che lui è uno che si esalta quando il termometro della tensione sale.

E quale migliore occasione per mostrare i denti se non un Derby ad eliminazione diretta?

La Coppa Italia è stata spesso considerata una competizione minore e molte squadre negli anni scorsi hanno ricevuto critiche dalla stampa sportiva, perché non le davano la giusta importanza, schieravano riserve o facevano esperimenti.

Negli ultimi anni, il trend si è un po' invertito, soprattutto perché nell'era della Juventus cannibale in campionato, conquistare un titolo in Italia vale doppio, è da considerarsi più o meno un mezzo miracolo.

Se poi ci aggiungiamo che si può avere la possibilità di vincerne subito un altro di titolo (la Supercoppa Italiana) e che ci si guadagna l'accesso diretto all'Europa League, c'è davvero poco spazio per qualunque calcolo.

E se nella stagione in cui le due squadre milanesi sono ritornate ad essere entrambe fortemente competitive, il duello non è solo in Campionato, ma anche in Coppa Italia, allora ecco che Ibra non poteva che affrontare la sfida con il suo solito piglio da invincibile.

Non so che cosa ne pensiate voi, ma io ho la convinzione che Zlatan avesse già in mente di provocare Lukaku. Lui in quella situazione di gioco che si era creata tra Romagnoli e il belga non c'entrava minimamente.

Ma i due si conoscono e Ibra sapeva quali tasti toccare. Era sicuro che, se avesse voluto, avrebbe fatto innervosire il rivale in un niente. E così è stato.

Tutti quelli che conoscono Lukaku hanno fatto sapere di non averlo mai visto così arrabbiato.
E probabilmente la reazione ha colto di sorpresa anche lo stesso Zlatan.

A tal punto che, forse, è stato lui a pagare il peso psicologico di quel faccia a faccia condito da pesanti insulti. E l'ingenuità commessa sulla ripartenza di Kolarov è costata il passaggio del turno a lui e al Milan.

Che gli eccessi facciano parte del campione, è fuori da ogni dubbio. Ma qualche volta, la guerra psicologica diventa un campo insidioso per tutti, anche per uno come Ibra.

Da lui sono arrivate le scuse ai suoi compagni per averli lasciati in inferiorità numerica ma secondo voi, avrà imparato la lezione?

Ma certo che no...questo animale non può essere addomesticato.

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A presto!

GM

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