Ad Augustus Lafayette non parve però affatto strano tutto quel religioso silenzio che aveva pervaso il Centro Arcoiris sull'insolito decesso di un paziente. Suppose il trattarsi di una strampalata trovata del direttore sanitario della struttura, che lui conosceva abbastanza bene, piuttosto che dell'insistenza del medico internista. Il professor Archibald Podger era un uomo dallo smisurato ego, disposto a tutto pur di non perdere un solo apice di fama e prestigio. Quello in corso era il secondo anno consecutivo in cui si verificavano affari loschi in un presidio sanitario da lui gestito.
-Probabilmente venne raccomandato di proposito al personale notturno di mantenere una garbata politica del niente allarmismi. Il tenente Ríos non sarebbe resuscitato grazie all'informazione ai colleghi. Non ne conviene?- argomentò Augustus Lafayette, preferendo non entrare nel dettaglio della questione riguardante Podger.
-Già, senz'altro. E' così la maggior parte di noi non seppe di quel decesso se non quando era arrivata la polizia. Posso dirle che ho la certezza che la vera colpevole di quella morte è l'infermiera haitiana, una ragazza perennemente distratta e molto maldestra. Ma questo gliel'avranno già raccontato i ragazzi. E il supervisore ha fatto ricadere la colpa su Adriana e Nico. Sono certa che quei due sono fidanzati, anche se non lo hanno mai dichiarato pubblicamente. La sera ero andata in cortile, dove si trovavano sparse delle secchie da utilizzare nei bagni della corsia dei ricoverati il mattino seguente. Era un momento tranquillo, almeno apparentemente e allora mi ero trattenuta fuori a riflettere. Da tempo cercavo le parole giuste per convincere Adriana a lasciare Habanita e tornare in Portogallo, perché sentivo che qualcosa di minaccioso si stava avvicinando. Neppure Nico mi sembrava troppo al sicuro, ma senza sua sorella non si sarebbe allontanato di un metro. Fino ad allora avevo pregato Adriana di lasciare questo posto perché... vede...
-Lasci stare il motivo. Conosco tutta la storia.
Alberta ebbe un sussulto. Augustus Lafayette percepì il disagio della donna e assunse un tono meno impersonale.
-I due fratelli mi hanno raccontato anche di quell'imbroglio sentimentale. La signorina Mascarenhas si sente terribilmente colpevole per l'accaduto.
-Ma Adriana non ha colpa di nulla!-si affrettò ad affermare Alberta, in difesa della ragazza. -L'unica cosa di cui la si può accusare è l'aver peccato d'ingenuità, di avere mal riposto la sua fiducia...
-E dunque, di essersi innamorata dell'uomo sbagliato- concluse il bibliotecario. -Ma mi dica ora della conversazione, se se la sente. Riterrei comunque preferibile che torni a riposare. E io verrò qui di nuovo domani.
-No, signor Lafayette, la prego. Mi lasci terminare. L'essere umano non può mai garantire per il domani. Non ne siamo padroni.
Augustus Lafayette era davvero preoccupato per il precario stato di salute di Alberta Moreira, ma sapeva bene, tanto quanto la donna, che l'essere umano non può vantarsi di nulla e il tempo per le indagini stringeva. Suo malgrado, accettò.
-D'accordo. Mi dica.
-La finestra dello stanzino dove si trovavano gli armadietti del personale era aperta. Riconobbi subito le voci dell'infermiera haitiana e del supervisore. Lei diceva: «Non so come sia potuto succedere. E adesso? Cosa ne sarà di me? Trent, ti prego, tirami fuori da questo guaio!». Lui rispondeva: «Stavolta l'hai combinata più grossa che mai! Come hai fatto a commettere un così deplorevole errore? Comunque sta tranquilla, troverò il modo». Poi, alterandosi, aggiungeva: «Se mi avessi dato ascolto tempo fa, a quest'ora non ci troveremmo neanche qui! Immagina se al posto mio ci fosse stato uno degli altri medici! Non avrei potuto far nulla per te o comunque sarebbe stato molto più complicato». Lei continuava poi con un'affermazione priva di nesso con i fatti, quantomeno in apparenza: «Ma Trent, tu sai che genere di vita è adatto a me e in California non potevi assicurarmelo» e subito dopo dovetti allontanarmi perché sentii il supervisore, forse temendo di essere osservato o ascoltato, avvicinarsi alla finestra. Quella conversazione mi aveva resa parecchio inquieta. Il mio istinto mi diceva di andare a svegliare subito Adriana e Nico, che allora dormivano, ma a cosa sarebbe servito? Dirgli di lasciare l'Arcoiris a quell'ora tarda? Non avrebbero certo potuto raggiungere subito l'aeroporto, che si trova nella capitale. Come avrebbero fatto a spostarsi di notte senza mezzi di trasporto e per giunta in una zona pericolosa? Per non parlare poi del fatto che Adriana avrebbe reagito con la solita testardaggine. Ma ora mi pento di non averli avvertiti. Avrebbero potuto stare più attenti nel custodire le loro chiavi. Perchè con quelle sono stati aperti gli armadietti, certamente dopo essere state rubate ai ragazzi. Non ne ho la certezza matematica, ma sospetto...sospetto fortemente...Alberta fece una pausa, visibilmente spossata. Lafayette la esortò a prendersi un momento di riposo, mentre controllava che il contenuto delle flebo fluisse correttamente.
-Quando l'indomani avevo visto portar via Nico dalla polizia civile, accusato assieme alla sorella di avere imprudentemente ucciso un paziente- continuò poco dopo la donna -avevo capito subito cos'era successo. L'infermiera haitiana...
-Lo so, so tutto, non si sforzi ulteriormente per raccontarmelo e so anche come ha fatto il supervisore a ottenere le chiavi degli armadietti dei ragazzi per sottrarvi le quattro aspirine e riporle in quello della sua fidanzata. Signora Moreira, non poteva fare più di quanto ha fatto.
-Davvero? Quindi è stato proprio Trent McCallister a rubargliele?- chiese Alberta, allo stesso tempo sbalordita e sollevata. Ora la vicenda assumeva toni ancor più chiari e definiti.
-Peccato però non essere riuscita ad ascoltare altro- si amareggiò subito dopo. -Ma alla fine ha poca importanza, dato che non ho prove contro Trent e Malinka e se lei si trova qui a conversare con me anziché fuori a risolvere il caso, vuol dire che non ha molto più di me a cui appigliarsi, signor Lafayette.
-Davvero perspicace- commentò il bibliotecario. -E' vero che non ho le prove, ma la conversazione che mi ha riferito, considerati tutti gli aspetti della vicenda, costituisce per me un forte indizio più che sufficiente per riuscire a ottenerle.
Posti online in cui "Il bibliotecario francese" si trova:
1)camTV, in cui avevo pubblicato anni fa un'edizione precedente con il mio pseudonimo Giusy Gil Mammana Parisi
2)publish0x, nickname PousinhaDosPous, stesso avatar che ho qui su steemit
3)blurt (al momento fino al cap. XI), stesso nickname e stesso avatar che ho qui su steemit
DISCLAIMER IN ENGLISH: I'm the author of this e-book (and other e-books too), previously published in the above mentioned platforms, using my pseudonym in one of them (camTV) and a similar but longer username in publish0x
Ps.: immagine gratuita licenza Pixabay, autore No-longer-here (https://pixabay.com/it/illustrations/finestra-portafoto-aprire-163694/)
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